calcio e veleni

Terremoto al Real Santo Stefano, il patron Alex Buffa “licenzia” via WhatsApp i due allenatori. Il botta e risposta

Il patron: "Non ero a mio agio nella mia società. Ma ho concesso lo svincolo a tutti i calciatori che potranno trovare squadra altrove"

Terremoto al Real Santo Stefano, il patron Alex Buffa “licenzia” via WhatsApp i due allenatori. Il botta e risposta

Una brutta pagina di calcio locale, soprattutto perché coinvolge anche tanti giovani calciatori, quella che ha riguardato in questi giorni  il Real Santo Stefano, formazione che milita nel campionato di seconda categoria. Un terremoto improvviso, a seguito del quale il presidente Alex Buffa ha  licenziato in tronco i due allenatori di Prina squadra e Juniores, Maurizio Tirone e Nicolò Boeri. A quanto pare una cacciata avvenuta senza preavviso e con un laconico messaggio nel gruppo whatsapp condiviso con gli altri dirigenti e giocatori.

La spiegazione del presidente Alex Buffa

Il presidente del sodalizio, l’imprenditore edile Alex Buffa, in una lettera aperta diffusa ieri la racconta in questi termini.

Che dire…

Erano settimane in cui non mi sentivo più pienamente a mio agio all’interno della mia società.

Avevo riposto massima fiducia e libertà d’azione in due allenatori esperti, accogliendo con il cuore la loro proposta di integrare un gruppo di ragazzi rimasti senza squadra. L’ho fatto per senso di responsabilità e per amore verso questo sport, affinché nessuno restasse escluso dal campo.

All’inizio sembrava l’avvio di una nuova avventura. Ma l’allontanamento totale delle vecchie compagini, costruite con impegno negli anni e la difficoltà d dialogare ha acceso in me i primi dubbi.

Poi, oltre ai risultati sportivi deludenti, si sono sommati i disagi legati al ritardo nei rimborsi agli allenatori che, sebbene di modesta entità, uniti ai costi di gestione dell’impianto e al mancato versamento di numerose quote di iscrizione, hanno reso il rapporto sempre più complesso.

Chi mi conosce sa quanto io ami vivere il calcio con leggerezza, umanità ed empatia. Quando ho compreso che tutto questo non era più possibile, ho deciso – con dolore ma anche con lucidità – di confrontarmi con i dirigenti.

La riunione convocata, che gli allenatori hanno voluto estendere anche a genitori e giocatori, ha preso una piega inaspettata: parole dure, che mi hanno ferito profondamente. Dopo attente riflessioni, ho capito che la scelta più rispettosa per tutti fosse quella già maturata: concludere il rapporto con i due tecnici.

L’ho fatto in un momento in cui c’è ancora margine per trovare altre strade e dare modo ai ragazzi di orientarsi liberamente nella finestra di mercato calcistico.

Avevo confidato nel buon senso generale, ma ho preso atto che, nonostante l’accoglienza e il supporto offerti dalla società, tutti hanno scelto di seguire i due tecnici, chiedendo lo svincolo, che è stato regolarmente concesso.

Tengo a precisare che è stata una decisione sofferta, presa nel pieno rispetto di ogni singolo ragazzo e degli ex collaboratori.

Resta la speranza che, da parte di tutti, si possa lasciar andare polemiche sterili per continuare a onorare il calcio e i suoi valori più autentici: rispetto, appartenenza e passione.

Per quanto mi riguarda, le porte dello spogliatoio resteranno sempre aperte.

La lettera di mister Nicolò Boeri: “Quest’anno il panettone me lo compro al supermercato”

Uno dei due mister, Nicolò Boeri, delle giovanili, ha affidato a una lunga lettera – condivisa sui social – il racconto di quanto accaduto a lui e Tirone.

Dopo essere stato sollevato dall’incarico di allenatore della Juniores del Real Santo Stefano, posso dire che, di per sé, la cosa farebbe già sorridere.

Quello che fa meno sorridere è il come mi è stato comunicato: un messaggio nel gruppo WhatsApp della squadra, davanti a tutti i miei ragazzi, senza una telefonata, senza un confronto, senza un preavviso. E, cosa più importante, senza una spiegazione.

Insieme al mio collega e grande amico Maurizio Tirone, allenatore della Prima Squadra (anche lui sollevato dall’incarico con le stesse modalità), siamo ripartiti da zero: abbiamo costruito una rosa composta esclusivamente da giovani, ragazzi che ci hanno seguito per il nostro modo di allenare e per le nostre qualità umane.

La settimana scorsa la “società” ci aveva comunicato che, per vari problemi, non sarebbe più stato possibile corrisponderci il rimborso spese inizialmente pattuito. Nonostante questo, perché il nostro obiettivo è sempre stato valorizzare questi ragazzi — alcuni dei quali, senza il nostro intervento, avrebbero smesso di giocare — abbiamo dato piena disponibilità a proseguire fino a fine stagione senza percepire nulla.

Siamo stati segretari, dirigenti, guardalinee, magazzinieri. Lo abbiamo fatto con piacere, con dedizione e con orgoglio. Lo abbiamo fatto per i nostri ragazzi.

Evidentemente, però, in questa società le persone perbene non sono considerate un valore.

Mi dispiace profondamente per i tanti ragazzi (più di 40 da inizio anno) che ci hanno seguito e che, dopo questa decisione, hanno scelto di fermarsi per il resto della stagione. E mi dispiace ancor di più per chi, in questa sessione di mercato, aveva lasciato la propria squadra per venire con me e, senza aver fatto nemmeno un allenamento, si è visto comunicare che non sarei più stato il suo allenatore.

Dopo dieci stagioni, questo sarà il primo anno in cui il panettone dovrò comprarmelo al supermercato.

Ma lo mangerò comunque a testa alta. E, credetemi, avrà un gusto speciale.

Nella foto a destra il presidente Alex Buffa e a sinistra dall’alto Tirone e Boeri