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"No, al Greenwashing": ecco perché Greenpeace ha protestato davanti all'Ariston- il video-

Obiettivo: protestare contro l’operazione di greenwashing di ENI, tra i principali sponsor della kermesse musicale

"No, al Greenwashing": ecco perché Greenpeace ha protestato davanti all'Ariston- il video-
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"No, al Greenwashing": ecco perché Greenpeace ha protestato davanti all'Ariston

Ieri sera, poco prima dell’inizio della terza serata del Festival di Sanremo (leggi l'anticipazione), attiviste e attivisti di Greenpeace sono entrati in azione di fronte all’ingresso del Teatro Ariston per protestare contro l’operazione di greenwashing di ENI, tra i principali sponsor della kermesse musicale. In questi giorni, infatti, il colosso italiano del gas e del petrolio sta sfruttando la vetrina di Sanremo per rifarsi un’immagine di azienda attenta all’ambiente che non corrisponde affatto alla realtà.

Gli attivisti di Greenpeace hanno invaso pacificamente il “green carpet”

voluto da ENI per promuovere il lancio di Plenitude, una nuova realtà aziendale presentata come la svolta sostenibile della compagnia energetica. In realtà, nei prossimi anni ENI continuerà a puntare principalmente su gas e petrolio, combustibili fossili che alimentano il riscaldamento globale.

Attiviste e attivisti hanno scavalcato le transenne del “green carpet”

e prima di essere fermati dalla sicurezza sono riusciti a mostrare uno striscione con la scritta: «ENI green? Se la suona e se la canta!». Nel frattempo, da un balcone che sovrasta l’ingresso del teatro Ariston sono stati esposti altri due striscioni con le scritte: «Basta pubblicità di aziende inquinanti» e «ENI inquina anche la musica!». Altri attivisti hanno simbolicamente verniciato di “nero petrolio” un cartellone pubblicitario di ENI/Plenitude.

«Il mondo della musica, della cultura, dello sport, dell’informazione e dell’istruzione dovrebbero essere liberi dalla dannosa propaganda dell’industria dei combustibili fossili, così come sono già da tempo liberi dalle sponsorizzazioni dell’industria del tabacco», dichiara Federico Spadini di Greenpeace Italia. «ENI continua a investire sui combustibili fossili, è il principale emettitore italiano di gas serra e una delle aziende più inquinanti del pianeta. Ma grazie ai profitti del gas e del petrolio può sponsorizzare eventi come il Festival di Sanremo che servono solo a ripulirsi l’immagine e a sviare l’attenzione pubblica dalle gravi responsabilità dell’azienda nella crisi climatica».

Se la petizione “Stop alla pubblicità delle aziende inquinanti”, sostenuta da più di trenta organizzazioni, raggiungerà il traguardo di un milione di firme raccolte, la Commissione europea sarà obbligata a discutere una proposta di legge per mettere fine a queste ingannevoli operazioni di greenwashing.

La petizione “Stop alla pubblicità delle aziende inquinanti” si può firmare qui.

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Il video della protesta

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