Il flash mob

L'attivista iraniana "Ci uccidono ogni giorno"

"Questa volta è diverso, siamo tutti uniti, dentro e fuori ll'Iran"

Pubblicato:
Aggiornato:

Ha scelto il nome di Mahasa -la ragazza il cui omicidio per non aver indossato correttamente il velo a Teheran ha scatenato l'onda di protesta in tutto l'Iran-, l'attivista iraniana che oggi era al flash mob, in piazza Colombo, per manifestare il sostegno della comunità alle donne del paese asiatico, schiacciate dal regime islamista.

 

La video intervista all'attivista iraniana

 

l'attivista iraniana "Siamo uniti dentro e fuori l'Iran"

"Ogni giorno -ha detto- combattiamo contro il regime e il regime ci uccide . Siamo qui per chiedere all'Italia di sospendere i rapporti diplomatici con l'Iran e richiamare gli ambasciatori. Ogni giorno, stiamo combattendo, ma non portestiamo solo: in numerose piazze e bazar del paese da Teheran alle altre grandi città, i bazar chiudono, affianchiamo la protesta allo sciopero".

Mahasa -che ha scelto il nome simbolico della protesta per tutelare sé stessa e la famiglia - commenta anche la recrudescenza del regime, che ultimamente, con un decreto dell'agosto scorso firmato dal presidente Ebrahim Raisi, ha inasprito l'oppressione nei confronti delle donne iraniane  "Sembra tornare indietro perché adesso c'è un presidente che è molto più estremista. Sono tanti anni che stiamo combattendo, come nel 2009 con altre proteste. Questa volta è diverso perché siamo tutti uniti dentro l'Iran e fuori  l'Iran. Abbiamo alzato la testa e hanno arrestato e ucciso molte persone, questa volta vogliamo dire basta. "

 

Il sostegno di Anonymous alla causa iraniana

"Ultimamente -ha aggiunto- abbiamo anche incassato il sostegno del gruppo hacker Anonymous, che ha pubblicato numerosi documenti che testimoniano il marcio del regime iraniano. Mentre noi stiamo subendo le sanzioni, loro stanno facendo i soldi per l'energia nucleare. Sono documenti e dati veramente terribili". Oltretutto, il gruppo hacker, non nuovo ad azioni che colpiscono i protagonisti controversi della geopolitica (come l'annuncio della persecuzione agli attentatori del Bataclan di Parigi), ha hackerato il sito del parlamento iraniano, diffondendo il numero di cellulare di ministri e parlamentari, invitando i cittadini iraniani a inviare una lettera ai politici chiedendo perché sostengano il regime. 

 

La petizione per il premio Nobel per la Pace

Era partita da Arma di Taggia, in vista dell'assegnazione del premio Nobel per la Pace, la petizione per assegnare il riconoscimento principe alle donne iraniane impegnate nella protesta.

"Stanno facendo per gli equilibri mondiali -recitava il testo- più di quanto facciano tutti i politici. Sarebbe un grande segno di riconoscenza. Non possiamo lasciarle a lottare da sole". 

Davide Izetta

Seguici sui nostri canali
Necrologie