Storie di spettri: Ghella, il fantasma dell'Angst
L'epico scontro tra il magnate Adolf Angst e lo spirito della signora Ghella, la precedente inquilina del terreno dove sorse l'hotel
Quando si pensa a un luogo infestato, l'immaginazione corre alle brughiere inglesi, non certo alla soleggiata Riviera Dei Fiori. Eppure, una delle storie di fantasmi più celebri del Ponente ligure ha come palcoscenico l'ex hotel Angst, il preferito dalla nobiltà britannica nell'epoca d'oro del turismo europeo in provincia. Leggenda vuole che l'immobile -al centro di un percorso per riqualificarlo e trasformarlo in un condominio- sia la dimora dello spettro tormentato della signora Ghella.
La leggenda della signora Ghella
Rispettando alla perfezione il cliché dell'hotel costruito sul "cimitero indiano", con altri classici del genere (porte sbattute, candele che si spengono e quant'altro), la leggenda è riportata dal sito AltRa Fedeltà che raccoglie decine di storie simili a quella dell'Angst, in tutto il Belpaese. Piccola curiosità: la regina Vittoria del Regno Unito, nel diciannovesimo secolo, prenotò l'intero albergo per una stagione intera: difficile immaginare che ignorasse il significato della parola Angst in inglese. Angoscia.
L'incendio e lo specchio
Secondo la leggenda, quando Adolf Angst, magnate svizzero, giunse in Riviera con il sogno di costruire il più esclusivo hotel rivolto all'élite europea, trovò come ostacolo la determinazione della signora Ghella, proprietaria di una vecchia casa sul terreno dove sarebbe sorto l'hotel, che di essere cacciata via dalla sua abitazione proprio non ne voleva sapere. Fino a che un incendio non distrusse l'abitazione, in circostanze mai chiarite. Del corpo della vecchina nessuna traccia. Tra la cenere, lo stesso Angst trovò uno specchio, unico mobile sopravvissuto alla furia delle fiamme e decise di posizionarlo, una volta costruito l'albergo, proprio nella hall.
La sagoma nello specchio
Inutile dire che da subito, fenomeni inquietanti interessarono i saloni e o corridoi, nonostante il successo della struttura. Strani rumori, porte che sbattono all'improvviso, risate. Lo stesso Angst raccontò che ogni mattina trovava ai piedi del suo letto, ciocche di capelli argentei. La leggenda racconta che una notte gli specchi si oscurarono, un lampadario ondeggiò pericolosamente e le candele si spensero. Sulla scena echeggiò una risata sinistra. Dopo i vari episodi paranormali, si dice che Angst ammise di aver visto la sagoma della signora Ghella rientrare nello specchio, proprio quello raccolto dalle macerie della casa.
Angst sconfigge la signora Ghella
Sempre stando alla leggenda di fantasmi, Angst ebbe l'idea di coprire lo specchio con un telo nero. La notte successiva, un urlo disumano confermò al magnate svizzero che Ghella non era riuscita a rientrare nel suo specchio. La soddisfazione per aver sconfitto lo spettro durò poco: nel 1924, dopo una lunga e sofferta malattia, Adolf Angst raggiunse (forse) la sua nemesi nell'aldilà.
Dopo la chiusura
Abbandonato da tempo, l'hotel, subito dopo la chiusura è stato persino un ospedale militare. Ma l'influenza della leggenda ha continuato a posarsi sopra la struttura ben dopo l'abbandono definitivo. Strani volti di figure femminili affacciati alle finestre, rumori insoliti e scritte che compaiono di notte per poi svanire di giorno. Il fascino della storia inquietante ha ancora una forte presa sugli abitanti di Bordighera. Nonostante la forte presa sul pubblico e l'aria di mistero che aleggia intorno alla vicenda, è certo che la leggenda sia solo, appunto, una bella storia. Per la precisione inventata dalla scrittrice Cristina Cardone
Davide Izetta