Il sanremese guru del complotto condannato per diffamazione
Per Rosario Maricanò il Bataclan fu una messinscena. La famiglia di Valeria Solesin non ci sta
Arriva la condanna in primo grado, per diffamazione, per il complottista sanremese Rosario Marcianò. Oggetto di numerosi processi, quello giunto a sentenza riguarda le affermazioni controverse (e false) che Marcianò ha esternato in seguito all'attacco terroristico del Bataclan di Parigi, perpetrato da terroristi islamisti il 13 novembre 2015.
Diffamazione: disse che gli attentati furono una messinscena
Marcianò aveva sostenuto che gli attentati, costati la vita di numerose vittime francesi e di altre nazionalità, erano una complicata messinscena recitata da attori pagati. Nessuna vittima quindi, per il guru del complotto di Sanremo. Neanche la ragazza italiana, Valeria Solesin, deceduta nei tragici attacchi. Fatto sta, però, che oltre al lutto per la terrificante perdita, la famiglia ha dovuto subire anche le esternazioni del complottista e proprio non ce l'ha fatta a restare in silenzio.
Tra il 2016 e il 017, la famiglia Solesin - assistiti dall'avvocato Elena Fiorini - ha infatti presentato tre denunce querele e ha atteso una prima udienza dopo quattro anni di indagini . Con rito abbreviato, a Marcianò arriva la pena per diffamazione aggravata, per un anno di reclusione e il risarcimento di 20mila euro a ciascuna parte civile, oltre al pagamento delle spese processuali.
Non è la prima volta
Tra i vari procedimenti penali e vicende giudiziarie di cui "Mister No" è stato protagonista, c'è anche il - relativamente recente - sequestro del suo profilo Facebook, operato dalla polizia postale. Il complottista, agli inizi del primo lockdown, sosteneva in un video che il Coronavirus fosse una messinscena ( come gli attentati, che gli sono costati una condanna) e invitava i cittadini a non rispettare le disposizioni per contenere il diffondersi della malattia.