LA TRAGEDIA DOPO LA VIOLENZA

Il suicidio di Musa Balde - Rete Solidale: "Fallimento della nostra società"

"La disperazione a soli 23 anni! Meglio morire che tornare al punto di partenza, meglio sperare nella misericordia di un qualche dio che rimanere in questo mondo alla rovescia"

Il suicidio di Musa Balde - Rete Solidale: "Fallimento della nostra società"
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Rete Sanremo Solidale interviene con una nota sulla vicenda del migrante 23enne Musa Balde, suicida nel Cpr di Torino dov'era stato trasferito all'indomani del brutale pestaggio subito a Ventimiglia, per il quale sono indagati tre uomini residenti nella città di confine.

Musa (il cui nome completo sarebbe Mamadou Moussa Balde) era nato a Conacry, in Guinea, e avrebbe compiuto 23 anni il prossimo 29 luglio.

IL VIDEO DELLA BRUTALE AGGRESSIONE

Sanremo Rete solidale: "Il suicidio di Musa è un fallimento della nostra società"

"Ventimiglia è quello strano posto laddove chi viene preso a sprangate da un gruppo di persone viene perseguito (mentre i suoi aggressori no) - si legge nella nota, rispetto alla quale dobbiamo precisare che i tre aggressori sono stati comunque identificati e indagati -  si guadagna un decreto d'espulsione per via del colore della sua pelle, non riceve le cure necessarie dopo aver riportato traumi e gravi ferite, e viene rinchiuso in quelle tremende carceri per persone innocenti che sono i CPR. E che, in stato di completa disperazione, a 23 anni, decide di suicidarsi. Probabilmente Musa (questo il nome del ragazzo suicidatosi) aveva già visto abbastanza del nostro NuovoMondo: aggressioni razziste, completa noncuranza da parte dell'autorità, indifferenza totale, carcere. Il danno e la beffa: l'espulsione.

Ventimiglia è quello strano posto laddove un cellulare usato vale più di una vita umana. Tutte e tutti noi siamo in pericolo a vivere in un posto laddove la vita umana vale così poco. E ancora meno vale se si è poveri e se si ha la pelle nera.

Alle autorità, al questore, al sindaco, e ai tanti cattivisti che in particolare sui social si sono affrettati a dare il proprio giudizio, a chi lavora nei CPR, a chi prende queste scellerate decisioni, a chi non si accorge della disperazione delle persone, noi chiediamo a gran voce:

Avete mai provato a dormire senza un riparo, d’inverno, come lui a Ventimiglia, insieme a molti altri, trattati non come esseri umani e neppure come animali (perché ai nostri animali costruiamo ripari), ma come cose che si possono spazzar via di qua, di là, con gli sgomberi, come spazzatura? Vi siete mai sentiti umiliati nell’accettare il cibo da volontari sconosciuti e, se non ce n’era abbastanza per tutti, spinti dai morsi della fame, a tentare un furto per poter mangiare? Vi hanno mai picchiati, 3 contro uno, con il pretesto di un tentato furto, in realtà perché avete un colore della pelle diverso dalla gente di un paese a voi estraneo? Vi siete mai sentiti inutili nonostante tutti i vostri sforzi? Questo ragazzo ha affrontato, venendo dalla Guinea, le torture in Libia per poter farsi mandare più denaro dai familiari, da consegnare agli scafisti, ha superato il pericolo del Mediterraneo su un mezzo fatiscente, forse ha visto morire alcuni suoi compagni lungo il viaggio, è arrivato ad un passo dal raggiungere il paese dei suoi sogni: la Francia? Altrove? Ma non ha potuto proseguire, grazie al famigerato trattato di Dublino. Avete mai sperimentato la mancanza di libertà di movimento?

Ci sarà poi da chiarire (e ci faremo sentire) il perché Musa non avesse ricevuto le cure del caso, essendo gravemente ferito. E’ stato inoltre riferito dagli altri detenuti (poi insorti in più che giusta protesta) che gli era stato anche negato di poter essere visitato da un medico.

Ed ecco la disperazione, a soli 23 anni! Meglio morire che tornare al punto di partenza, meglio sperare nella misericordia di un qualche dio che rimanere in questo mondo alla rovescia, in cui le vittime dell’ingiustizia vengono punite!

Ci auguriamo che il sindaco interroghi la sua coscienza: se ci fosse stato il campo di transito, da lui negato, questo giovane innominato (nella speranza che possiamo dimenticarlo come fosse un numero?) sarebbe forse stato costretto a tentare un furto? Avrebbe trovato invece, oltre provvisoriamente al cibo, mentre tentava di oltrepassare il confine, anche un consulente legale, se avesse desiderato rimanere.

TUTTE LE VITE VALGONO, NON SOLO LE VOSTRE.

Riposa in pace , giovane Musa.

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